Bivacco Giacomelli

L'escursione parte da questo articolo e dal fatto che erano almeno 20 anni che non salivo al bivacco Giacomelli.

Da Vattaro si percorre via Doss del Bue fino all'omonima malga/ristorante dove si parcheggia.



Lasciata la macchina si cammina verso la malga e si percorre la strada alle sue spalle fino ad incontrare la prima indicazione del sentiero 445 che in 40 minuti circa supera i 300 metri di dislivello per congiugersi con il sentiero 444 che arriva dal rifugio Paludei.

Sentiero 445

Il sentiero continua con pendenza abbastanza regolare fino a raggiungere la "Polsa" zona che si trova a metà del percorso e che permette di godere di un bellissimo panorama. 


 

Il sentiero dopo poco richiede un minimo di attenzione in più, sia per riuscire ad individuare i segni rossi e bianchi che lo indicano, sia per i brevi tratti attrezzati che permettono di superare più agevolmente alcuni tratti altrimenti complicati.


Si, avevo il teleobiettivo nello zaino...

 
Uno dei tratti attrezzati con cordino e scalini

Arrivati a 1900 metri circa il sentiero 444 incrocia il 425 e con un ultimo tratto attrezzato e un breve salita si raggiunge il bivacco Giacomelli.





La Madonnina posta sull'omonima guglia

Come dicevo all'inizio in parte la voglia di raggiungere il bivacco m'è venuta dopo aver letto della disavventura di un escursionista e le successive riflessioni della sezione Sat di Caldonazzo.

"inagibile"

Partiamo da una considerazione: nell'articolo si dice che i bivacchi "...sono nati per le emergenze..." Vero, soprattutto un tempo, adesso invece ci si è lasciati un po' prendere la mano e da "emergenza" i nuovi bivacchi sono diventati baite di lusso. Quel bivacco, come anche il Caldosè è troppo bello e troppo semplice da raggiungere, anzi è pure peggio perchè il Caldosè in teoria viene comodo a chi fa la Translagorai, ma chi arriva al Giacomelli poi dove va?

Mentre salivo ho incontrato 2 ragazzi che ci avevano dormito venerdì, mentre scendevo invece ho incrociato 3 gruppi: 5/6 ragazzi all'altezza del primo tratto attrezzato, 3 ragazzi sotto la "Polsa" e altre 4 persone al parcheggio tutti che salivano per passarci la notte. Ovviamente ho avvertito il secondo e il terzo gruppo della probabilità di non trovare posto per dormire, ma hanno proseguito tutti comunque.

Sempre nell'articolo si dice che c'è "un approccio sbagliato alla montagna" e che "i ragazzi ci vanno per fare festa" verissimo ma con una struttura del genere cosa doveva succedere? Inoltre i non ragazzi, quelli che magari due ragionamenti in più se li fanno quante volte vedendo una bottiglia o altro se la mettono nello zaino e la riportano a valle? Se aspettiamo che siano sempre gli altri a fare poi è ovvio che serva l'elicottero per portare a valle l'immondizia.



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